Kramer e la storia dei sumeri
Secondo S. N. Kramer, professore di assiriologia, la civiltà dei sumeri è la prima civiltà, tra l’altro si tratterebbe di una civiltà molto evoluta. Nel suo saggio I Sumeri alle radici della storia (1975), Kramer parla di prima cosmologia, di primi princìpi morali, di prime leggi, prime ricette mediche ecc.
Oggi però sappiamo che la civiltà dei sumeri, per quanto antica, non è la prima civiltà ed è costretta a cedere il passo alla più antica India.
La civiltà sumera è stata indubbiamente molto evoluta per il periodo in cui è sorta, tant’è che Z. Sitchin ha elaborato una teoria diversa sulle loro origini ma di questo parleremo in seguito.
I sumeri occupavano il territorio della Mesopotamia, cioè l’attuale Iraq. Le più antiche testimonianze scritte (tavolette d’argilla) risalgono al 3.500 a.C. In questo periodo in Mesopotamia sorgevano già delle piccole città stato come Ur, Lagash, Nippur e Eridu e il sistema di numerazione era sessagesimale, cioè in base 60. Le tavolette del 3000 a.C. dimostrano che c’era un simbolo per l’1, uno per il 10, uno per il 60, uno per il 600 e uno per il 3600. Il sistema era posizionale, cioè il numero da scrivere si evinceva in base alla posizione dei numeri.
A partire dal 2000 a.C. questi simboli furono sostituiti da due simboli nuovi: uno per l’1 e l’altro per il 10. Il sistema era sempre posizionale (in parte anche additivo, ad esempio per scrivere numeri grandi si poteva utilizzare anche il metodo additivo) e sessagesimale. Lo svantaggio di questo sistema numerico è che non c’era lo zero e neanche un simbolo per separare i numeri (tipo la nostra virgola) dunque le cifre potevano dare adito ad ambiguità. In realtà il separatore c’era ma non veniva utilizzato. Come mai il popolo della Mesopotamia aveva scelto proprio un sistema sessagesimale? Per l’astronomia, per le frazioni e perché era un sistema piuttosto semplice. L’evoluzione di questo sistema numerico è attestato dalle tavolette d’argilla e da testi matematici che contengono nozioni di carattere commerciale e legale.
Da questo sistema di numerazione nacquero le prime tabelle per la moltiplicazione, la divisione ed altre operazioni. In seguito si sviluppò l’algebra. Riguardo la disciplina astronomica sono state scritte anche importanti opere da parte di questo popolo.
La scrittura sumera (e babilonese) era di tipo cuneiforme ed è molto difficile decifrarne i simboli.
Verso il 2.400 a.C. i sumeri furono assaliti dagli Accadi, un popolo proveniente dal deserto vicino e guidato da Sargon I il quale istituì un vasto impero i cui centri di potere erano Ur e Agade. Gli Accadi assimilarono molti tratti della cultura sumera come la scrittura e il sistema numerico. Tuttavia le città stato tornarono ad essere indipendenti.
Gli invasori successivi furono gli Ittiti (1.600 a.C.) che affidarono il ruolo di capitale a Babilonia; poi gli Assiri (885 a.C.). Gli Assiri furono a loro volta conquistati dai Caldei, una popolazione della Mesopotamia meridionale. Nel 311 a.C. si stabilì la dinastia dei Seleucidi, chiamata così da Seleuco, uno dei generali di Alessandro Magno. Fu così che i sumeri entrarono in contatto con la cultura greca.
Le origini dei sumeri secondo Sitchin
Decifrare le tavolette d’argilla non è impresa facile. Uno dei pochi studiosi che possiede questa competenza è il famoso studioso e professore Zecharia Sitchin autore di molti libri, tra cui Il pianeta degli dei (1976) e Le astronavi del Sinai (2001). Il testo in cui parla dei sumeri è il primo. Sitchin sostiene che i sumeri siano il prodotto dell’accoppiamento con una razza aliena, di aspetto simile al nostro (perché noi siamo “a loro immagine e somiglianza”). Si tratterebbe di essere intelligenti che i sumeri chiamavano Anunnaki (figli del dio An) e la Bibbia chiama Nephilim e venivano da un pianeta che ha un’orbita ellittica simile a quella delle comete, che transita tra Marte e Giove ogni 3600 anni: il dodicesimo pianeta. Praticamente secondo il professor Sitchin la selezione naturale di Darwin c’è stata ed ha prodotto i primati superiori dai quali discendiamo. Poi, grazie agli Anunnaki c’è stato il salto verso l’homo sapiens.
Secondo la sua teoria le cose sarebbero andate così: gli Anunnaki avrebbero iniziato a visitare la Terra e le loro gesta sono quelle che leggiamo nell’Antico testamento o nel libro di Gilgamesh. In seguito l’avrebbero colonizzata. Avendo bisogno di persone che lavorassero nelle miniere avrebbero creato “l’uomo” che corrisponde all’homo sapiens, il quale era stato generato appositamente per lavorare nelle miniere.
Una volta creato, l’uomo avrebbe avuto due alternative:
- carpire dagli alieni il segreto per evolvere;
- le donne terrestri si sarebbero accoppiate con gli extraterrestri, infatti nella Genesi leggiamo che
i figli di Dio, che videro esser belle le figlie degli uomini, si presero in mogli, fra tutte, quelle che loro piacquero.
Da questo accoppiamento sarebbero nati, secondo l’autore, i giganti, cioè una razza perfetta (gli atlantidei erano dei giganti e forse anche i lemuri) e molti di questi esseri divini (gli alieni) sarebbero ancora qui sulla terra. La stessa Genesi dice:
Or v’erano dei giganti sulla terra in quel tempo. Perché, dopo che i figli di Dio si congiunsero alle figlie degli uomini, ed esse generarono, ne vennero questi uomini forti e robusti, famosi nei secoli.
Alcuni sostengono che dall’accoppiamento tra un essere divino e un uomo nasca un individuo biondo con gli occhi azzurri. Altri, di contro, sostengono che questo tipo di individuo nasca dall’accoppiamento di due semidei. Cioè:
-alieno + uomo=semidio 1
-altro alieno + altro uomo= semidio 2
-semidio 1 + semidio 2= essere biondissimo con gli occhi azzurri
(naturalmente ciò non deve portarci a suporre che tutte le persone bionde con gli occhi azzurri siano semidei anche se in questi ultimi anni, avvicinandoci alla quarta dimensione, ne stanno nascendo moltissimi).
Riflessioni e comparazioni
Qui si rendono necessarie alcune riflessioni. Sul testo di M. Centini, D. Grezzo e D. Tacchino (1998) vi è una sezione in cui si parla di una tipologia di alieni descritti come esseri biondi e asessuati, simili agli angeli. Vi troviamo anche un’immagine ed è sorprendente constatare come l’espressione del viso di questi alieni e in particolare i loro occhi (molto grandi) somiglino alle raffigurazioni dei sumeri
presenti nel libro di S. N. Kramer I Sumeri alla radici della storia. In quest’ultimo saggio le foto riportate
nonché i miti dei sumeri, lasciano molto spazio per pensare che la teoria di Sitchin non sia affatto
fantasiosa.
Drunvalo Melchizedek invece, ne L’antico segreto del fiore della vita – vol. I (1998) propone una visione simile a quella di Sitchin ma con una leggera variante: per lui noi siamo nati dall’accoppiamento di due razze aliene: gli Anunnaki (tridimensionali) e i Siriani (quadrimensionali); anche questi ultimi erano dei giganti. Duemila anni dopo questo accoppiamento sarebbero nati i primi individui umani, precisamente a Gondwana, isola (o area, non si sa di preciso se fosse un isola o un insieme di terre)
posta ad ovest dell’Africa e che oggi non esiste più. Non a caso i miti della creazione di popoli occidentali africani asseriscono che essi hanno avuto origine da un’isola, Gondwana, appunto (tranne gli Zulu, che dicono di venire dallo spazio). Ciò troverebbe conferma nella tesi che sostiene che la razza umana sia nata in Africa. Questi individui nati dal suddetto accoppiamento sarebbero stati i Nephilim (che erano dei giganti), creati per lavorare in miniere ed estrarre l’oro in una valle del sud-est dell’Africa. Il loro capo era Enlil. Successivamente i Nephilim si ribellarono.
Secondo Sitchin la razza umana è nata 350.000 anni fa. Secondo Melchizedek 200.200 anni fa.
Nel testo di S. N. Kramer (1975) leggiamo inoltre che alla base delle idee e dell’ideale etico dei sumeri era il ‘dogma’ che l’uomo fosse stato fatto di argilla per servire gli dei,e questo combacerebbe con la teoria di Sitchin.
I sumeri hanno due poemi mitici che rispecchiano pienamente l’assunto di Sitchin. Di questi poemi uno è interamente dedicato alla creazione dell’uomo, l’altro spiega perché l’uomo è stato creato e parla di un contrasto tra due divinità minori. Il primo poema spiega che prima della creazione dell’uomo sono stati creati sei tipi di esseri imperfetti, gli ultimi due tipi erano una femmina sterile e un essere asessuato.
Il secondo poema mitico invece parla di due dei (il dio del bestiame Lahar e sua sorella Ashnan, dea del grano) che furono creati nella sala di creazione degli dei affinchè gli Anunnaki avessero di che nutrirsi e vestirsi. Questo poema ha dunque portato i sumeri a pensare che l’uomo fosse nato per servire gli dei e da ciò derivò la loro devozione verso le divinità.
Cosmologia e mitologia
I sumeri non avevano una filosofia vera e propria ma avevano riflettuto ed indagato sulla natura dell’universo ed erano talmente convinti delle loro idee che non hanno mai sentito il bisogno di formularle per iscritto infatti il loro modo di vedere l’universo e la vita si devono estrapolare dai miti e dagli inni. La religione dei sumeri era politeista, essi avevano circa un centinaio di dei, alcuni più importanti, altri meno. Secondo il popolo sumero l’universo visibile si presentava sotto forma di semisfera, alla cui base c’era la terra e sopra c’era il cielo. Questa semisfera si chiamava An-Ki (An= cielo, Ki= terra). Intorno alla terra c’era il mare e al di sotto di questo mare, nella parte diametralmente opposta al cielo, vi erano gli inferi che loro denominavano Kur. Oltre al mare, tra il cielo e la terra loro posizionavano il vento, lil, vocabolo che significa anche soffio, aria, spirito.
Di questo universo, i sumeri sostenevano che il primo elemento ad esser stato creato fosse il mare (l’Oceano primigenio infinito). Dal mare nacquero il cielo e la terra, e dal cielo e la terra nacquero gli dei.
Gli dei più importanti erano quattro: An (dio del cielo), Enlil (dio dell’aria), Enki (dio dell’abisso e dell’oceano) e Ninhursag (dea nota come la signora maestosa, si sostiene che in origine il suo nome fosse Ki, terra, la sposa di An, cielo).
Molto probabilmente in epoca arcaica il dio più importante era An, ritenuto il supremo re del pantheon tuttavia già da fonti che risalgono al 2.500 a.C. possiamo apprendere che questo ruolo era stato assolto da Enlil che venne considerato il Padre degli dei. I motivi di questa sostituzione ci sono ignoti.
Per i sumeri gli dei erano immortali ma erano comunque come gli uomini: avevano bisogno di mangiare, bere e potevano anche essere uccisi. Essi sostenevano che gli dei si comportavano in modo virtuoso ma che, allo stesso tempo, questi stessi dei avevano introdotto il male, la violenza, la menzogna e l’oppressione nel mondo al fine di far funzionare il cosmo. Il male quindi, viene visto dai sumeri come un principio necessario e questo stesso principio lo ritroviamo nel vedismo e nel taoismo.
Gli inni per gli dei esaltano bontà, rettitudine e giustizia, questo testimonia che la civiltà dei sumeri era una civiltà con grandi ideali morali infatti essi avevano un dio (Utu, dio del sole) il quale aveva come compito proprio quello di mantenere l’ordine morale. Oltre a Utu anche la dea Nanshe non tollerava offese alla verità e alla giustizia.