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martedì 24 dicembre 2013

IL NATALE del SOLE INVINCIBILE


IL SIGNIFICATO MAGICO DEL SOLSTIZIO D’INVERNO

Il periodo Natalizio nasconde un significato arcano ai più, ma profondamente sentito nell’antichità. Per gli iniziati è una porta, l’ingresso simbolico rappresentato dal Sostizio d’Inverno, ad uno stadio superiore di consapevolezza. I solstizi, secondo una definizione scientifica, sono i due momenti dell’anno in cui il sole raggiunge il punto più meridionale o settentrionale della sua corsa apparente nel cielo, rispettivamente al tropico del Capricorno e al tropico del Cancro. Solstitium etimologicamente sta ad indicare “ il sole si ferma”, tant’è che nei giorni in cui esso si verifica (22-23-24 Dicembre nell' emisfero Nord il Solstizio d’Inverno), il sole sembra fermarsi in cielo per poi invertire il proprio moto, facendo raggiungere al buio della notte la sua massima estensione, e alla luce del giorno la minima. Subito dopo tale data la luce del giorno torna lentamente ad aumentare e ad estendersi, con la con-seguente riduzione della durata del buio, fino ad arrivare al Solstizio d’estate (21-22-23 Giugno nell’emisfero Nord), in cui si avrà la massima estensione del giorno e la minima per quanto concerne la notte.

Tale fenomeno, osservato e studiato sin dalle più antiche popolazioni, si caricava già da allora di un significato “simbolico”: dalle loro osservazioni gli antichi evincevano che il sole, benchè giunto in tale periodo nella sua fase “più debole” (era infatti meno luminoso e brillante nei colori), tuttavia non sprofondava nelle tenebre ma diventava con la sua vitalità “invincibile“ ( SOL INVICTUS ) , rinasceva ed aveva un nuovo Natale , IL NATALE DEL SOLE INVINCIBILE. Correlato a ciò è il fatto per cui, sempre nella antichità, il periodo in questione è legato, in forme diverse, alla spiritualità ed alla religiosità. Le popolazioni celtiche infatti celebravano il periodo del Solstizio d’inverno denominandolo Alban Artuan, “rinascita del Dio Sole“, ma anche “Luce di Artù“ ; tramandano le fonti che il mitico re Artù fosse nato nel giorno del Solstizio d’inverno, e tale figura leggendaria ben si associa al Re del Mondo Sovrano dello Spirito e del Tempo, vertice del mondo terreno, simbolo di rincarnazione, portatore di benefici e doni. Non meno importante è poi notare come, nella data del 25 Dicembre, diver-se popolazioni fanno coincidere la nascita di altri esseri divini: nell’antico Egitto si festeggiava la nascita del Dio Sole Bambino, Horus (ma si credeva che anche Osiride fosse nato nello stesso periodo), in Messico quella di Quezalcotal, in Grecia quella di Bacco, Zarathustra in Azerbaigian, Budda in Oriente, Krishna in India, in Persia il dio Mithra detto il Salvatore, a Babilonia il Dio Tammuz.
Per quanto riguarda poi la tradizione latina, è l’Imperatore Aureliano, nel 274 dC, ad introdurre per la prima volta la data del 25 Dicembre come festa ufficiale del Natale del Sole ( Costantino poi, abbracciando la fede cristiana , trasformò nel 330 dC la festività del Sol Invictus in Festa cristiana ), fermo restando il fatto per cui tali festeggiamenti si innestavano e per questo trovavano ampio consenso nella tradizione più antica dei Saturnalia, feste in onore del dio Saturno che si svolgevano dal 17 al 24 Dicembre. Saturno ( il Cronos della mitologia greca ), il cui nome originario era Satus ( = semina ), era il Dio dell’età dell’oro e, secondo la leggenda, era anche il re del Lazio prima della fondazione di Roma. 

I Saturnalia erano dunque feste molto sentite, in cui si ribaltavano perfino i ruoli sociali, le attività umane cessavano e poteva avvenire che fosse uno schiavo il re per tutta la durata dei festeggiamenti, per poi venir sacrificato a Saturno (narra però la leggenda che sia stato Ercole, passando per il Lazio, a convincere i Romani a non sacrificare vite umane alla divinità ma ad offrirgli statue d’argilla e ceri, nascendo così l’usanza di scambiarsi doni fra amici in tale periodo, piccoli oggetti d’uso quotidiano, come descrive ad esempio Marziale nei suoi epigrammi ). Vi era anche l’abitudine di giocare alla Tombola, il grande gioco di Saturno, in cui però attraverso i numeri si era in grado di predire il futuro, venendo così ad acquistare il gioco funzioni oracolari. Ulteriore festività romana sempre celebrata nel mese di Dicembre era quella dedicata al dio Conso (Consualia) e corrispondente alla conclusione sacrale del vecchio anno (il verbo condere in latino infatti può star anche ad indicare l’azione di nascondere e\o di concludere). Collegato a tale divinità era l’antico dio latino Giano, dio dalle due facce, dio del tempo e specialmente dell’ Anno, regolatore e coordinatore dell’inizio dell’anno, da cui Ianuarius, il mese di Gennaio. Entrambe le divinità di cui sopra,nella realtà religiosa romana, si riferiscono all’inizio e alla fine di un’azione,ma anche ad eventi passati nel tempo che si ripetevano periodicamente,come appunto l’eterno ritorno della luce a discapito delle tenebre. Il passaggio dalle tenebre alla luce poi, letto in chiave iniziatica ed esoterica, è legato saldamente al tema del risveglio interiore. Si passa infatti dallo stadio alchemico della Nigredo per raggiungere l’Oro Filosofico : questo è l’inizio della fase “Solve et Coagula”, morte e rinascita, purificazione ed elevazione. Ecco quindi che il Solstizio viene anche chiamato La Porta , un tempo custodita da Giano Bifronte, il quale ha ceduto il posto, con l’avvento del Cristianesimo, ai due Giovanni, il Battista al Solstizio estivo e l’Evangelista al Solstizio invernale, simbolo di una contemporanea esistenza di due dimensioni ( pas-sato e futuro ). Durante i Solstizi si congiungono, le porte sono aperte ed è permesso il varco: è il tempo della morte simbolica dell’adepto che si avvicina al rito iniziatico. Dicono i Maestri: “ Io sono la PORTA, da una entrano gli uomini,dall’altra escono gli dei “. Questa è la raffigurazione simbolica del cammino iniziatico, sono le fasi alchemiche, il risveglio della terra che prepariamo per il prossimo raccolto.
Autocontemplazione, morte simbolica e risveglio al nuovo stadio, magistralmente espressa nella frase: Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Ocuitum Lapidem “. Il V.I.T.R.I.O.L. alchemico che ci dà la sintesi del processo: visita “l’interno della terra “, cioè la profondità del tuo essere, e purificando troverai la Pietra Filosofale.

Nei tarocchi ciò che identifica tale rinascita di LUCE è la lama del Bagatto, che simboleggia la vera essenza dell’uomo, la cui missione è conseguire l’unione tra spirito e materia. Il Bagatto ha davanti a sè i simboli del potere materiale, è il personaggio che intraprende il cammino di trasformazione, l’Opera Alchemica, lavorando con i tre principi ( Nigredo, Rubedo, Albedo simboleggiati dalle tre gambe del tavolo ) e i quattro elementi ( Aria, Acqua, Terra , Fuoco, simboleggiati dai 4 angoli del tavolo), grazie alla quale ogni uomo è un metallo, che portato alla sua perfezione viene chiamato ORO. Il senso più alto della carta è dato dal suo numero, che è l’uno e che indica il motore immobile, il Principio di tutte le cose, anche se il suo cappello a forma di otto allungato simboleggia il movimento d’elevazione spirituale che conduce alla quadratura del cerchio. In tal senso, uscendo dalla Caverna Cosmica, con il Solstizio d’Inverno si passa dal nulla all’unità; geometricamente cioè, dal dive-nire sensibile,rappresentato dal simbolo della circonferenza, si passa all’eter-no presente, che nell’uno e nel centro si esplicita perfettamente. Ecco il simbolismo tradizionale delle porte solstiziali, che corrispondono rispettivamente all’entrata e all’uscita dalla Caverna Cosmica: la prima porta, quella “degli uomini”,corrisponde al Solstizio d’Estate, cioè all’entrata del Sole nel segno zodiacale del Cancro, la seconda, quella “degli dei”, al Solstizio d’Inverno, cioè alla entrata del Sole del segno del Capricorno. 

Dal punto di vista iniziatico, la caverna, per via del suo carattere di luogo nascosto e chiuso, rappresenta un momento di totale interiorizzazione dell’essere, vale a dire il luogo dove avviene, accedendovi, la seconda nascita dell’iniziato. La seconda nascita, corrispondente nel significato ai Piccoli Misteri, si differenzia dalla terza nascita, in uscita dalla porta solstiziale d’inverno, corrispondente, invece, ai Grandi Misteri. La seconda nascita si realizza sul piano psichico, definendosi come rigenerazione psichica. La terza nascita invece opera direttamente nell’ordine spirituale e non più psichico, in quanto l’iniziato deve a quel punto aver risolto la sua individualità, trovando così libero accesso alla sfera di possibilità della comprensione sovraindividuale. 

Qui l’iniziato rivive le tre tappe del processo alchemico: le tenebre si infittiscono, l’alba s’imbianca, la fiamma risplende. In prospettiva macrocosmica, tutto ciò è simboleggiato dall’ingresso del sole nel segno del Cancro, col Solstizio d’Estate. Il Solstizio d’Inverno corrisponde invece, in senso microcosmico, alla presa di coscienza della vera spiritualità, in quanto uscita alla luce. Durante questo processo la comprensione esoterica può essere visualizzata come un’illuminazione riflessa che rischiara il buio della caverna: un fascio di luce che penetra da un’apertura nel tetto della caverna e che genera quell’illuminazione di riflesso, descritta anche dal mito della caverna sacra di Platone e la cui fonte è il “Sole Intellegibile”. Si può concludere col ricordare come tale rigenerazione cosmica non possa prescindere dalla discesa e dall’aiuto di un avatara, di cui il Cristo Redentore è l’ultimo e più splendente esempio:

“ Il Sole ritorna sempre, e con lui la vita. Soffia sulla brace ed il fuoco rinascerà”. 

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