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giovedì 21 novembre 2013

Antico Egitto: Contratti per schiavi volontari

Si è sempre pensato che nell'Egitto antico gli schiavi fossero schiavi e basta.
Schiavo inteso come chi è soggetto alla volontà o alla forza altrui e non può disporre liberamente di sé. Privato della libertà contro il suo volere, appartiene ad altri come una cosa. Questo è quello che abbiamo sempre pensato degli schiavi dell'Antico Egitto. E invece si scopre che, almeno per un periodo (dal 190ac al 130ac), ci furono schiavi volontari, i quali firmavano addirittura un contratto per diventarlo. Questo dicono le ultime scoperte del Prof. Kim Ryholt
(egittologo dell'Università di Copenhagen)
il quale ha studiato alcuni papiri che hanno rivelato di essere proprio i contratti per diventare schiavi stipulati circa 2200 anni fa. Vennero ritrovati presso il sito antico di Tebtunis durante scavi illeciti vicino al tempio e, come è successo tante volte con i tesori egizi, venduti e sparpagliati qua e là sul globo. L'Università di Copenaghen nella suaCollezione di Papiri Carlsberg ne contiene un buon numero ma la maggior parte sono rovinati e frammentati dal tempo. Per poterli ricostruire e studiare Ryholt  ha impiegato anni, viaggiando per cercare di ricostruire i documenti incompleti, sparsi in più punti dell'Egitto, in Europa e negli Stati Uniti. Quello che è venuto fuori dalle ricerche è un contratto di schiavitù per diventare schiavi nel Tempio locale, che veniva stipulato volontariamente. Il testo tradotto dallo studioso recita più o meno così:"Io sono il tuo servo con i miei figli e i figli dei miei figli, a partire da oggi io sarò il tuo servo, e pagherò 2 pezzi e mezzo di rame ogni mese come mia tassa di schiavitù per Soknebtunis, il grande Dio"

bassorilievo tomba egizia di Nefer e Kahai, Saqqara
Appare veramente insolito, firmare un contratto regalando la libertà e pagare per essere schiavizzati. Eppure è così, dice Ryholt . La spiegazione della questione sta nel fatto che il lavoro di schiavo nel Tempio era più leggero del lavoro che svolgeva uno schiavo impiegato, ad esempio, nella costruzione di canali. Presumibilmente chi firmava questi contratti era di un ceto più basso e rischiava di essere impiegato nei lavori più duri, che erano a spesso fatali. Il contratto era, dunque una scappatoia per evitare i lavori forzati, in quanto gli schiavi del Tempio ne erano esonerati e lavoravano prevalentemente nel settore agricolo.

A mio avviso era una costrizione, non di certo una gioia ! 

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