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lunedì 4 novembre 2013

L’Arca di Noè… Sumera

Nelle tavole dei sumeri, la nave di Ziusudra era definita MA.GUR.GUR ( nave in grado di capovolgersi e ruotare ). Nei testi accadici veniva chiamata TEBITU, con la T dura, intendendo una nave sommergibile, mentre il redattore biblico usò la T morbida, chiamandola TEBA, cioè “scatola” (da qui il termine “arca” nelle traduzioni). In tutte le versioni l’imbarcazione era sigillata ermeticamente con il bitume ma aveva una porta apribile.
Secondo l’Epopea di Gilgamesh (il famoso re sumero), la nave che Utnapishtim, il nome accadico dell’eroe del Diluvio, ricevette istruzioni di come costruire la nave. Esse erano:
- Lunghezza 300 cubiti (circa 160 metri)
- Larghezza 120 cubiti (circa 64 metri)
- Altezza 120 cubiti (circa 64 metri)
Un terzo dell’imbarcazione rimaneva fuori dalle acque mentre i restanti 2 al di sotto della linea di galleggiamento.
Nel suo studio del 1927 dal titolo The Ship of the Babylonian Noah, l’assirologo Paul Haupt propose il seguente disegno basato su vari testi antichi.


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